L’insegnante chiede:
“Chi sa cosa significa maggiore? E minore?”
A questo punto ha luogo una discussione orchestrata dall’insegnante.
Successivamente l’insegnante chiede:
“Cosa possiamo dire di Giulia e di Anna che hanno tutte e due 6 anni?”
Dopo il confronto delle idee dei bambini si condivide che si può dire
che Anna e Giulia hanno la stessa età, tutte e due hanno 6 anni, la
loro età è “uguale” non c’è differenza.
L’insegnante, mostrando cartellini (che possono essere creati al
momento oppure prima della lezione) con due numeri scritti (2 e 5),
chiede:
“E dei numeri cosa possiamo dire?”
Che cosa aspettarsi
Nell’esperienza extrascolastica molti bambini hanno incontrato queste
parole in relazione, perlopiù, a differenze di età ed è molto
probabile che ciò emerga. Se qualche bambino/a ha fratelli o sorelle
maggiori che frequentano la scuola potrebbe presentarli ai compagni.
Inoltre a ottobre convivono nella classe bambini di 5, 6 e, in qualche
caso, anche di 7 anni.
Significati matematici che si vogliono costruire e abilità potenziate
I significati descritti in questo paragrafo fanno riferimento a tutte e
tre la fasi di questa attività. I significati di riferimento sono
quelli legati al confronto di numeri, per ora presentati in forma orale
e simbolica. In particolare si mira ad introdurre la seguente
terminologia matematica: “maggiore”, “minore” e “uguale”
come parole che consentono di mettere in relazione quantità numeriche.
Dovrebbe emergere, inoltre, che vi è un ordinamento dei numeri che
consente di confrontare due numeri qualsiasi.
Durante la seconda fase dell’attività, quando si passa al lavoro sul
quaderno i bambini devono contare quadretti, abbinare numeri e quantità
rappresentate in modo analogico attraverso delle “stanghette” che
sovrastano ogni numerale, e scrivere dei numeri simbolicamente. Dunque
si potenziano abilità di conteggio, di percezione e rappresentazione di
numerosità legando l’ambito verbale scritto a quello
visivo-simbolico, e abilità di tipo visuo-spaziale. Infine, si rafforza
il concetto di “zero” come numero che conta la quantità nulla
(rappresentato in questo caso dall’assenza di stanghetta).
Come cominciare a costruire significati matematici
Ci si può dividere a gruppi e poi confrontare per età alcune coppie di
bambini. Ad esempio: “Sara è maggiore di età di Aldo perché ha 7
anni e Aldo ha 6 anni e 7 è un numero “più grande” di 6”,
viceversa “Aldo è minore di età di Sara perché ha 6 anni e Sara ha
7 anni e 6 è un numero “più piccolo” di 7”. Dunque si fa
riferimento ad un ordinamento tra i numeri secondo la loro
grandezza.
Questo è uno di quei (pochi) casi in cui non si generano particolari
conflitti tra linguaggio naturale e significato di termini matematici
pertanto non è affatto prematuro introdurre la terminologia già all’inizio
della prima classe. In molti altri casi la questione è ben più
complessa, si pensi ad esempio alla parola “lunghezza” che in
matematica viene riferita a qualsiasi distanza fra due punti, nel “linguaggio
naturale” viene utilizzata solo in specifici contesti ad esempio, “lunghezza
di un filo, di un percorso, di una striscia…. Mentre in altri casi si
utilizzano parole differenti: quota, altitudine, profondità, altezza,
larghezza, spessore, distanza.
Durante l’ultima fase di discussione si può negoziare con i bambini
che è possibile dire “2 è minore di 5” o “5 è maggiore di 2”.
Ancora meglio, magari anche solo attraverso l’uso della tecnica del
rispecchiamento dell’insegnante (si vedano i materiali della scuola
estiva) si può arrivare ad affermare: “Se 2 è minore di 5 allora 5
è maggiore di 2”.
SECONDA FASE
Consegna
Per gratificare i bambini perché sanno usare parole “difficili”
come “minore ” e “maggiore” si può proporre ora un gioco,
dicendo:
“Siete stati talmente bravi che ora faremo un gioco.”
L’insegnante mostra ai bambini una casetta: una busta formato A4
precedentemente predisposta con tanto di porta finestre e tetto dove “abitano”
i numeri da 0 a 5 scritti su cartellini contenuti al suo interno.
“Chi abita in questa casetta? Vi dico subito che non sono animali…”
Poi l’insegnante mostra un cartellino e dice: “Chi sarà?”
Individuato il primo numero, si procede a mostrare parte degli altri “abitanti”
finché tutti i 6 cartellini (0, 1, 2, 3, 4, 5, 6) sono stati
mostrati.
“Benissimo ora vi spiego il gioco, bisogna mettere i numeri nella
casetta e prendere a caso solo 3 cartellini, bisogna poi leggere i
numeri e metterli in ordine dal “più piccolo”, il “minore” che
va a sinistra, al “più grande”, il “maggiore” che va a destra.
Facciamo una prova.”
Un bambino, aiutato dall’insegnante, estrae 3 cartellini e in seguito
li ordina come stabilito sul piano della lavagna e disegna sopra ciascun
numero utilizzando i quadretti stanghette verticali della lunghezza
equivalente al numero. Se la lavagna non è quadrettata si possono
attaccare “mattoncini” di carta a formare colonne che poggiano tutte
sulla stessa base: una linea orizzontale precedentemente tracciata. Si
ripete il gioco diverse volte.
Come cominciare a costruire significati matematici
L’avvio del gioco proposto consente anche una riflessione sulla
corretta lettura/scrittura e interpretazione dei simboli numerici: la
parte superiore del 7 è diversa dal 5 solo per l’ orientamento, il
“pallino” in alto con una righetta a destra è 9, se fosse 6
vedremmo solo la sua “gambetta” a sinistra…
Con la ripetizione del gioco si dovrebbe rafforzare l’idea di “ordinamento
dei numeri” anche attraverso la concretezza dei cartellini da disporre
in maniera ordinata. Ora oltre al canale verbale vengono usati quelli
visivi e tattili.
TERZA FASE
Consegna
L’insegnante propone ai bambini di “mostrare” il gioco sul
quaderno, chiedendo:
“Adesso cerchiamo di rappresentare quello che abbiamo fatto sul
quaderno. Come si può fare?”
Come cominciare a costruire significati matematici
Si può suggerire ai bambini di disegnare una casetta stilizzata: un
rettangolo sovrastato da un triangolo o da un trapezio isoscele,
avvalendosi dei quadretti che vanno adeguatamente conteggiati. All’interno,
in ordine sparso, si possono scrivere i numeri. In un secondo momento
occorre negoziare un segno (probabilmente emergerà l’idea di una
freccia) che “sposti fuori” i 3 numeri che un bambino ha estratto
dalla casetta (si veda il disegno riportato sotto). A questo punto un
altro segno va negoziato: una crocetta che significa “tolti dalla
casetta” a coprire i numeri estratti e che, in ordine dal minore al
maggiore vanno scritti di fianco alla casa stilizzata sovrastati dalla
relativa stanghetta alta tanti quadretti quanti ne indica il numero che
sovrasta.
[Nota: si può negoziare con la classe fin da ora che l’idea di “togliere
da” si può rappresentare con una crocetta. La cosa importante è
usare questo segno in maniera consistente in tutte le attività proposte
in seguito, incluse quelle che riguardano situazioni di
addizione/sottrazione.]
È importante negoziare la
formalizzazione del “gioco” insieme ai bambini con interventi del
tipo: “Come disegniamo la casetta, che forma ha? Se, come dite è
rettangolare con un tetto triangolare come possiamo disegnare un
rettangolo “fatto bene” ?” “... Usiamo i quadretti” Ed ancora:
“Noi sappiamo già cosa c’è dentro la casetta, ma se la mamma e il
papà stasera guarderanno il quaderno cosa passiamo fare per farglielo
capire?...” “Invece di disegnare le finestre e la porta facciamo
finta di avere una grande parete di vetro che lascia vedere cosa c’è
dentro…” “Come possiamo far capire che abbiamo “estratto” il
3, il 2 e il 5?” “Cosa può dare l’idea che li abbiamo “tirati
fuori”?...” “Una freccia?” “ Ma se li abbiamo tirati fuori,
ora non ci sono più.” “Come facciamo per farlo capire?...” “Li
cancelliamo?” “Ma se li cancelliamo non si capisce che “prima”
erano tutti dentro la casetta…” “Allora ci facciamo qualcosa
sopra, cosa dà l’idea del cancellare?....”
Queste negoziazioni sono molto importanti perché il senso dell’attività
è quello di coinvolgere gli allievi nella soluzione di un problema
complesso: come rappresentare sullo spazio grafico un’azione che si
svolge nel tempo. La freccia e la crocetta (o segni equivalenti)
consentono questa trasposizione, ma alla condizione che il loro
significato sia condiviso ed il modo migliore perché si instauri questa
comprensione/condivisione è proprio quello di coinvolgere gli allievi
nella soluzione del problema. Si chiamano in causa operazioni di
carattere meta-cognitivo non banali ed è possibile che gli alunni più
deboli colgano solo in parte il senso di ciò che viene loro richiesto.
L’insegnante inoltre può anche in modo individualizzato rivolgersi
agli allievi più deboli e attraverso il dialogo aiutarli a condividere
il significato dei segni negoziati.
Varianti possibili
Il gioco può essere ripetuto e formalizzato in modo analogo cambiando
una regola: i numeri vanno ordinati dal maggiore al minore. Si possono
inoltre inserire numeri maggiori di 5, a seconda del campo numerico all’interno
del quale l’insegnante ritiene opportuno operare.
Contare intransitivo |
|
Contare transitivo |
si |
Aspetto ordinale del
numero |
si |
Aspetto cardinale del
numero |
si |
Rappresentazioni del
numero |
orale e scritto,
analogico e simbolico |
Confronto fra numeri |
si |
Abbinamento quantità/numero |
si |
Problemi additivi
(addizione-sottrazione) |
si |
Spazio e figure |
|
Artefatti/strumenti |
|
Preparazione e compiti
La preparazione di questa attività prevede la costruzione di cartelli
rappresentanti i numeri con cui si intende lavorare, in formato
simbolico, e la “casetta” (una busta formato A4 con tanto di porta
finestre e tetto dove “abitano” i numeri da 0 a 5 scritti su
cartellini contenuti al suo interno).
In seguito, ricordando il “gioco della casetta”, si possono proporre
esercizi come i seguenti:
Altri materiali-esercizio che riguardano i concetti introdotti, lavorando
sulla linea dei numeri, si trovano nei Materiali.
Alcuni esercizi suggeriti, a supporto dell’attività, con l’uso di
programmi software.
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